Edera rampicante cura e coltivazione, dalle origini all’impianto in piena terra o in vaso, dalle tecniche di moltiplicazione alle malattie e parassiti.
L’edera rampicante, specie sempreverde, indicata per rivestire muri, divisioni, recinzioni, pergolati, archi e gazebo, presenta un ruolo importante sotto l’aspetto ornamentale, contribuendo a decorare in maniera permanente l’ambiente che la ospita, grazie al meraviglioso fogliame verde lucido o variegato, anche se secondo alcuni tende a diventare una pianta infestante, dalla quale potrebbe diventare difficile liberasi. A differenza di altre specie, come la rosa ed il gelsomino rampicante, che più correttamente andrebbero definite piante sarmentose o semi-sarmentose, in quanto autonomamente non sono in grado di arrampicarsi, l’edera è un vero rampicante, un rampicante autoportante, munito di radici avventizie o aeree che le consentano di arrampicarsi spontaneamente su sostegni naturali, come gli alberi, o artificiali, come i graticci approntati dall’uomo. Sebbene vive avvinghiata ad altre piante non è una pianta parassita nel senso che non si nutre della linfa della pianta che la ospita. Le foglie, non commestibile, di colore completamente verde o screziate presentano dai 3 ai 5 lobi. Fiorisce da settembre a novembre, mentre i frutti, costituiti da bacche scure e velenose, fanno la loro comparsa con l’arrivo della primavera. E’ un tipico rampicante da siepe per la velocità con cui cresce e per l’attitudine a rivestire in maniera uniforme e regolare senza lasciare spazi vuoti e senza creare aree cespugliose. E’ una pianta molto longeva che può vivere alcuni secoli. Oltre a varietà rampicanti, esistono varietà con portamento cadente, utilizzate come piante ornamentali d’appartamento, e varietà a portamento strisciante, utilizzate per tappezzare aiuole e spazi verdi. Tra le specie a portamento rampicante maggiormente conosciute, utilizzate e apprezzate, troviamo la Hedera helix, nota nome di “edera comune”, dalla quale sono stati ricavati la gran parte di ibridi coltivati a scopo ornamentale.
L’edera rampicante è una pianta rustica non particolarmente esigente sia per quanto riguarda il terreno che il clima. Vive spontanea alla più disparate altitudini, dalla zona costiera alla montagna. Sopporta, pertanto, temperature che durante l’inverno scendono di alcuni gradi sotto lo zero. Predilige posizioni fresche, ombreggiate o parzialmente ombreggiate, ma non gradisce il sole diretto per l’intera giornata.
Sia per la messa a dimora in vaso che in piene terra, il periodo migliore coincide con le stagioni miti (autunno e primavere) in modo che l’attecchimento della massa radicale non venga condizionato da situazioni climatiche estreme, di caldo o freddo eccessivo. Per le rampicanti sempreverdi, come l’edera, si preferisce piantare durante la stagione autunnale. La messa a dimora deve essere preceduta dalla preparazione del terreno, che per l’impianto in piena terra deve essere possibilmente eseguita con anticipo rispetto al momento dell’impianto, procedendo a vangare e fertilizzare il terreno con letame maturo. In mancanza, si provvede al momento dell’impianto, sistemando il concime organico sul fondo della buca. Quest’ultima deve essere abbastanza grande, come sufficientemente grande deve essere l’eventuale vaso, in grado di ospitare la pianta senza stress per le radici, sia che trattati di pianta a radici nude, sia che le radici siano contenute nel pane, per piante da trapiantare, messe a radicare e/o allevate per un certo periodo in singoli contenitori. Per avere un’idea, in presenza di massa radicale ospitata dal proprio pane, la buca o il vaso devono presentare una grandezza doppia rispetto a quella del pane.
1-Scavate la buca o procurate il vaso.
2-Sistemate sul fondo della buca o del vaso uno strato di 2-3cm di ghiaia per un buon drenaggio.
3-Se il terreno-terriccio non è sufficientemente fertilizzato, procedete con uno strato di altrettanto spessore di stallatico ben maturo.
4-Coprite quest’ultimo con uno strato di terriccio, per evitare che le radici vengano a contatto con il letame.
5-Posizionate la pianta nella buca o nel vaso e interratela rispettivamente fino a qualche centimetro dal suolo o dall’orlo superiore del vaso; pressate con la vanga o le mani il terreno attorno alle radici.
6-Se previsti, fissate i sostegni in moda che il rampicante comincia da subito ad arrampicarsi in modo corretto.
7-Completate l’operazione con una delicata innaffiatura, per meglio compattare il terreno alla massa radicale.
L’edera rampicante è una pianta rustica che resiste anche a brevi periodi di siccità, ma per una crescita regolare deve essere annaffiata durante l’ estate quanto il terreno risulta completamente asciutto da alcuni giorni e di tanto in tanto durante la primavera e l’autunno, se non si prevedono piogge. Le annaffiature vanno sospese durante l’inverno, salvo casi eccezionali. La frequenza degli interventi dipende essenzialmente dalla stagione e dalla zona climatica. A titolo indicativo, in una zona a clima mediterraneo, per un’edera rampicante coltivata in piena terra, durante l’estate potrebbe risultare necessario annaffiare 1-2 volte alla settimana, durante la primavera e l’autunno 1-2 volte al mese, in funzione delle piogge. Per gli esemplari coltivati in vaso come piante ornamentali d’appartamento, la frequenza e l’intensità degli interventi di annaffiatura non possono che dipendere, oltre che dalla stagione, dalle condizione di temperatura e climatiche dell’ambiente che ospita la pianta.
L’edera rampicante è una pianta a crescita veloce con lunghi tralci che necessita di una grande quantità di nutrienti.
Com’è noto, questi ultimi non sono presenti nel terreno in misura illimitata e periodicamente vanno integrati. Il primo intervento di fertilizzazione deve essere eseguito, interrando letame maturo, in ragione di 2-3Kg a mq, in occasione della preventiva preparazione del terreno. L’intervento con stallatico maturo, da interrare ai piedi della pianta, è da ripetere alla fine del periodo di riposo vegetativo fine febbraio-marzo e alla fine della stagione vegetativa, settembre-novembre. Durante la stagione vegetativa per velocizzare e/o massimizzare la crescita dei tralci si possono programmare interventi con concime granulare bilanciato a lenta cessione.
Come per la totalità dei rampicati, per i primi 2-3 anni di vita i tralci vanno cimati per favorire la formazione di getti laterali, guidando la crescita secondo la forma programmata. Successivamente gli interventi sono essenzialmente di pulizia e mantenimento, al fine di rimuovere i tralci secchi, spezzati o comunque interessati da patologie, nonché ridimensionare quelli che fuoriescono dalla forma. L’intervento può anche voler favorire la formazione di nuovi getti laterali. La frequenza degli interventi è funzione della velocità di crescita della pianta e dello spazio che alla stessa è stato destinato.
Nella aree caratterizzate da un clima temperato freddo, sia per le piante in vaso che in piena terra, durante i periodi particolarmente freddi della stagione invernale, è opportuno proteggere la massa radicale dalle pericolose gelate notturne con un letto di paglia, foglie o fieno, da sistemare ai piedi del rampicante. Analogamente, soprattutto per i rampicanti in vaso, per i quali contenitore e terriccio sono più facile a riscaldarsi ed a trasmettere il calore alle radici, la pacciamatura è consigliabile anche durante il caldo torrido della stagione estiva.
L’edera rampicante si moltiplica essenzialmente per seme e per talea, anche se non sono tecnicamente escluse altri metodi di propagazione, come la propaggine e la margotta. La tecnica di riproduzione per talea risulta maggiormente apprezzata a livello amatoriale, in considerazione del limitato numero di esemplare da riprodurre e per la facilità con la quale la specie attecchisce. La radicazione risulta favorita dalla radici aeree presenti sui tralci del rampicante. Le talee di 8-10cm, prelevate dai tralci semilegnosi, maggiormente indicati allo scopo, possono essere messi a radicare in un terriccio composto di sabbia e torba o in acqua, rispettivamente, in un vaso o in un barattolo di vetro trasparente, in moda da seguire il processo di radicazione. I periodi maggiormente indicati per la semina coincidono con le stagioni miti, primavera e autunno.
L’edera rampicante è una pianta molto rustica che difficilmente diventa preda di malattie da fungo o preda di parassiti animali, soprattutto se oggetto delle poco cure di cui necessita, quali: evitare di annaffiare eccessivamente procurando ristagni idrici; rimuovere in tempo utile i tralci compromessi, perche interessati da seccume, malati o spezzati; assicurare alla chioma una sufficiente aerazione. Ciò nonostante, può essere interessata da muffa grigia, marciume radicale, attacco di afidi, acari e cocciniglie. In genere, non vengono eseguiti trattamenti preventivi, ma si interviene solo in presenza dell’inconveniente, cercando innanzitutto di individuare e rimuovere la causa, oltre che trattare la pianta con insetticidi e/o fungicida specifici.
Parlando della pratiche colturali dell’edera rampicante coltivata in piena terra, abbiamo visto quando e come piantare l’edera rampicante in vaso. Anche per le singole cure colturali, dalla annaffiatura alla potatura e dalla concimazione alla cimatura, abbiamo evidenziate le eventuali peculiarità della pianta coltivata in vaso rispetto a quella coltivata in piena terra. In particolare, per la coltivazione in vaso: optare, come abbiamo già detto, per contenitori molto grandi (tipo 60cmx60cmx8ocm di altezza), muniti di una buona basa di appoggio che li rende stabili, nonostante l’altezza dei sostegni e della pianta; con la messa a dimora della pianta fissare nel terreno anche i sostegni; scegliere varietà che da adulte non superano i 2-3m di altezza, da tenere sotto controllo con opportuni ridimensionamento dei tralci; posizionare il vaso in un luogo semi ombreggiata, in cui il sole diretto interessi la pianta solo per alcune ore della giornata; tarare gli interventi di concimazione e annaffiatura in funzione della limitata quantità di terriccio.
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