Quando e come seminare, dalla tecnica di riproduzione gamica delle piante all’acquisto dei semi e alla preparazione del semenzaio, dalla germinazione alla messa a dimora delle nuove piantine, con le indicazioni passo per passo delle operazioni da porre in essere per raggiungere l’obiettivo in modo corretto.
Anche se la semina rappresenta il metodo di riproduzione più simile a quello col quale le piante si moltiplicano spontaneamente in natura, comune a tutte le specie di piante, spesso è la meno semplice da realizzare. Si preferisce, infatti, soprattutto a livello amatoriale, ricorrere alle tecniche cosiddette agamiche, quali la talea, la margotta, la propaggine e la divisione di cespi e polloni, che tra l’altro assicurano la riproduzione di piante con identiche caratteristiche genetiche della pianta madre, a differenza della moltiplicazione per seme che genera nuovi ibridi. In larga misura il successo dell’operazione dipende dalla preparazione del terreno e dalla qualità dei semi. Non meno importante sono le condizioni climatiche, quale la temperatura, il giusto grado di umidità dell’ ambiente e del terreno. La semina può avvenire in semenzai, da realizzare in serre non riscaldate o comunque in luoghi riparati, oppure direttamente in piena terra, dopo che il terreno è stato preventivamente preparato, ossia vangato e concimato con letame maturo. Pur variando da specie a specie, in linea di massima, i periodi migliori per la semina in piena terra sono quelli caratterizzati da temperature miti con sole non particolarmente forte, quindi l’autunno e la primavera, anche se non esiste mese dell’anno, dal più caldo al più freddo, che non risulta maggiormente indicato per qualche specie di pianta. A scopo esemplificativo: carote, fave e piselli, si seminano a dicembre, uno dei mesi più freddi dell’anno, mentre cipolle, fagioli, finocchi e zucchine, si seminano ad agosto, mese più caldo dell’anno e così via. Tornando alla preparazione del terreno, per le semine primaverili in piena terra, il momento migliore per la lavorazione del terreno coincide con l’autunno precedente.
La lavorazione del terreno, dopo aver rimosso gli eventuali residui dell’ultima coltivazione, inizia con la vangatura, operazione da eseguire manualmente con la vanga o con la motozappa, in funzione della grandezza dell’appezzamento. Dal punto di vista operativo, scavato il primo solco, profondo 25-30cm circa, si provvede a distribuire nello stesso letame maturo in ragione di 2,5 Kg circa per mq, quindi si passa alla realizzazione del solco successivo, parallelo e adiacente al primo, con le cui zolle si provvede a coprire il letame distribuito nel primo solco. Si passa, quindi, a distribuire il letame nel secondo solco da coprire con le zolle del terzo è così via fino alla completa lavorazione del campo. Terminata la vangatura, con l’ausilio del forcone si provvede a frantumare le zolle più grandi, mentre con il rastrello si livella e compatto il campo. A questo punto il campo è pronto a ricevere la semina.
Per piccoli appezzamenti, la semina viene eseguita manualmente a spaglio, avendo cura di procedere in due direzioni perpendicolari tra di loro, in modo da distribuire i semi in maniera uniforme. Per semine più impegnative si ricorre a seminatrici trainate da trattori. Per migliorare la distribuzioni dei semi, soprattutto se troppo piccoli, è opportuni mescolarli con la sabbia. Circa la quantità di seme necessaria, a scopo esemplificativo, considerate che per realizzare un prato di 20mq sono necessari 500gr di semi, ossia 25gr circa a mq. Eseguita la semina, con l’ausilio del forcone, rastrello o vanga, si provvede a compattare il terreno con i semi, facendo seguire l’operazione da una delicata annaffiatura a pioggia.
1-Procurate i semi che potete acquistare presso un fiorista, vivaio, center garden o negozio specializzato.
2-Allestite il semenzaio con un substrato a base di torba, sabbia e terra di giardino in parti eguali, dopo aver sistemato sul fondo una strato di ghiaia, in grado di assicurare un buon drenaggio. In alternativa, potete utilizzare un terriccio già pronto, specifico per semina, da comprare presso negozi specializzati. La grandezza del semenzaio deve essere in linea con la grandezza ed il numero dei semi, non mancando di tener conto dopo quanto tempo dalla germinazione intendete procedere al primo trapianto o al trapianto definitivo (per quanto tempo intendete lasciare la piantina nel semenzaio prima di maneggiarle).
3-Miscelate i semi, soprattutto se particolarmente piccoli, con un pugno di sabbia sottile, per meglio distanziarli, e seminateli a spaglio sul letto che avete preparato con il substrato. Prima dell’utilizzo tenete i semi a mollo in acqua a temperatura ambiente (25-30°C circa) fino a quando quelli vivi, da utilizzare per la semina, non scendono sul fondo del recipiente.
4-Eseguita la semina, coprite i semi con un sottilissimo strato di terriccio, più o meno pari alla grandezza del seme.
5-Servendovi di una innaffiatoio munito di doccetta, eseguite una delicata annaffiatura, avendo l’accortezza di non alterare la distribuzione dei semi. In presenza di semi particolarmente piccoli e leggeri, potete inumidire il substrato prima della semina.
6-Ponete il semenzaio in un ambiente privo di luce, con sufficiente aerazione, caratterizzato dal giusto tasso di umidità ed una temperatura prossima ai 20°C.
Valutate l’opportunità di coprirlo con un vetro o un foglio di plastica, in modo da creare una piccola serra che consente di ridurre gli interventi di annaffiatura, assicurando nel contempo un ambiente con condizioni climatiche alquanto costanti per la durata della germinazione. La copertura, comunque, non è immune da inconvenienti, in quando potrebbe creare fenomeni di condensa ed insufficiente aerazione, favorendo la comparsa di patologie fungine. Per la scelta, bisogna farsi guidare dal buon senso, in funzione della stagione, dell’area geografica, delle esperienze personali e soprattutto dalla condizioni climatiche dell’ambiente che ospita il semenzaio.
7-Mantenete il terriccio umido fino a quando i semi non avranno completato il processo di germinazione, concluso il quale, spostate il semenzaio in una posizione luminosa, senza che venga colpito dai raggi diretti del sole.
8-Quando le piantine avranno raggiunto la grandezza sufficiente per essere maneggiate, senza correre il rischio di danneggiarle, estirpatele una dopo l’altra e sistematele in vasetti singoli, dove resteranno, opportunamente curate, fino alla definitiva messa a dimora in piena terra o in vaso, momento dal quale le piantine saranno oggetto delle pratiche colturali comuni alle piante adulte. Per i primi giorni successivi al trapianto risultano indicati delicati interventi di nebulizzazione che aiutano le giovani piantine a superare lo stress subito.
Sicuramente la via più semplice è quella di acquistarli presso fioristi, center garden, vivai o centri commerciali, dai quali vengono generalmente offerti per quantità limitate, sistemati in apposite bustine, sulle quali sono di norma riportate anche le “istruzioni per l’uso”.
In linea di massima si.
Per distribuirli in maniera uniforme anche se piccolissimi.
Soffice, leggero, fertile e ben drenato, un terriccio a base di torba e sabbia, con l’eventuale aggiunta di terra di giardino in parti eguali.
Di uno strato sottilissimo di terreno, prossimo alla grandezza del seme o poco più.
Fino alla germinazione in un luogo senza luce, areato, con un clima umido ed una temperatura compresa possibilmente tra 18-22°C.
Dipende dalla specie, dalla fertilità del substrato, dalle condizioni climatiche (temperatura e grado di umidità), dalla stagione, ecc: Può variare da pochi giorni ad alcune o diverse settimane.
Potrebbero non essere stati fecondati; essere stati conservati male in ambienti non idonei e per molto tempo. I semi di alcune specie vanno utilizzate entro pochi giorni, per altre specie i semi si conservano anche per qualche decennio, ecc.
Non appena le nuove piantine avranno messo 3-4 foglie e sono abbastanza grandi da poter essere maneggiate senza pericolo di danneggiarle. Come per la germinazione, anche per il trapianto possono passare alcune settimane o diversi mesi. Il cosiddetto trapianto intermedio può essere evitato, piantando le nuove pianti direttamente nella dimora definitiva, in un terriccio da coltura di piante adulte. L’operazione va eseguita facendo attenzione a non danneggiare le piantine, in particolare le radici, che potrebbero richiede un paziente lavoro di separazione.
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