Glicine cure e coltivazione

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Guida sul glicine, apprezzata pianta rampicante, importata dalla Cina e dal Giappone, dalle caratteristiche della specie alla riproduzione, alle cure colturali, alla coltivazione in vaso.

Informazioni sulla pianta di glicine.

Il glicine, originario della Cina e del Giappone, è tra i più apprezzati e diffusi arbusti rampicanti da fiore presenti nei nostri giardini, destinato a rivestire pergolati, gazebo e recinti. Se non viene munito di sostegni cui arrampicarsi, con opportuni interventi di potatura di formazione può essere educato a diventare un alberello eretto o a salice piangente, in cui all’unico fusto lasciato viene affidato il compito di fare da tronco. Si possono lasciare anche 2-3 fusti da intrecciare tra loro in modo che nel tempo formino un unico tronco. Il glicine è una pianta cosiddetta racemosa, per il tipo di infiorescenza formata dai cosiddetti racemi, steli allungati lungo i quali sono distribuiti i fiori, formando infiniti grappoli grandi 15-20cm. Il glicine, pianta ornamentale da esterno, oltre che in piena terra, viene coltivato in vaso su balconi e terrazzi per la vistosa e profumata fioritura, ma richiede molto spazio. E’ una pianta a crescita veloce, da contenere con appropriati interventi di potatura di contenimento, ridimensionando, se necessario, anche la massa radicale, in occasione degli eventuali rinvasi. Può raggiunge gli 8-10m di altezza. La Wisteria floribunda di origine giapponese e la Wisteria sinensis di origine cinese, sono le specie maggiormente diffuse nel nostro paese. Fioriscono rispettivamente alla fine e all’inizio della stagione primaverile.

Clima ideale e caratteristiche del terreno.

Il glicine non teme il freddo, sopporta temperature anche di diversi gradi sotto lo zero, ma predilige una posizione luminose e soleggiata. Vive bene in piena terra, nelle aree con clima temperato fresco, in un terreno argilloso e ricco di sostanze organiche, anche se senza difficoltà si adatta alle diverse tipologie di terreno anche con esposizione a mezzombra.

Pratiche colturali.

Quando e come piantare il glicine in piena terra e in vaso.

Sia in vaso che in piena terra il glicine va piantato da settembre ad aprile, con eccezione dei periodo particolarmente freddi dell’inverno. Si preferisce piantarlo alla fine dell’inverno-inizio primavera, perché si va incontro a condizioni climatiche più favorevoli. Bisogna procurare un vaso o scavare una buca che presentino una capacità almeno doppia del pane che contiene la massa radicata del glicine da piantare. Ecco come procedere:

1-disponete sul fondo della buca o del vaso uno strato di ghiaia per assicurare un buon drenaggio, cui farete seguire uno strato di stallatico maturo, entrambi di 2-3 cm di spessore;

2-coprite il letame con uno strato di terreno, posizionata la pianta e riempite rispettivamente la buca o il vaso.

3-pressate il terreno alla base della pianta e completate l’operazione con una regolare annaffiatura, per meglio compattare il terreno alle radici. Sistemate il sostegno cui deve arrampicarsi la pianta se non già fatto, a meno che non intendiate imprimere al glicine un portamento ad alberello.

Annaffiatura.

Gli interventi di annaffiatura dipendono dalla stagione, dalla zona climatica, dallo stato della pianta. Una pianta giovane richiede di essere innaffiata con maggiore frequenza, in quanto sopporta meno i periodi di siccità. Per il glicine in piena terra o in vaso sistemato all’aperto su balconi e terrazzi, il nostro intervento deve integrare le piogge che a secondo del periodo potrebbero risultare di per se sufficienti. In linea di massima, gli interventi vanno sospesi durante l’inverno, per essere ripresi con l’arrivo della primavera, da incrementare durante l’estate. In una zona con clima temperato caldo, durante le stagioni fresche, autunno e primavera, potrebbe essere sufficiente annaffiare anche una volta al mese, mentre durante l’estate potrebbe essere necessario innaffiare 2-3 volte alla settimana.

Concimazione.

Il glicine predilige, come abbiamo visto, un terreno ricco di elementi nutritivi, i quali com’è noto tendono ad esaurirsi, per cui periodicamente vanno integrati, in particolare per le piante in vaso, che dispongono di una quantità di terreno limitata. La prima fertilizzazione si effettua al momento della preparazione preventiva del terreno, interrando stallatico maturo a 30-40cm di profondità, in ragione di 2,5-3Kg per mq. In alternativa, il letame può essere sistemato in fondo alla buca o al vaso in occasione della messa a dimora della pianta, rispettivamente in piena terra o in vaso. L’operazione, se ritenuta necessaria, può essere ripetuta a fine autunno interrando ai piedi della pianta concime granulare bilanciato a lenta cessione, secondo le dosi riportate sulla confezione. Durante la stagione vegetativa da marzo a settembre, per favorire la fioritura a scapito della vegetazione, ogni 30-40 gg, bisogna diluire nell’acqua destinato alle annaffiature concime liquido a base di fosforo e potassio.

Potare il glicine.

Sono previsti due interventi di potatura, una invernale ed una estiva. Con la potatura estiva, potatura a verde, da eseguire durante il mese di luglio, si provvede ad accorciare i rami particolarmente lunghi della nuova vegetazione, che escono dalla forma prestabilita, lasciando da 4 a 6-7 gemme in funzione della grandezza del sostegno cui è aggrappato il glicine. L’intervento estivo assume maggiore importanza per il glicine in vaso, per il quale diventa importante contenerne la crescita in funzione dello spazio a disposizione. Se necessario, per il glicine in vaso, la potatura estiva può essere ripetuta a distanza di qualche mese. Scopo della potatura verde è quello di assicurare un giusto equilibrio tra vegetazione e fioritura, nonché contenere la crescita della pianta nel rispetto della forma stabilita. Con la potatura invernale o potatura a sperone, da eseguire a fine febbraio-inizio marzo, si interviene nuovamente sui rami ridimensionati con la potatura estiva, accorciandoli fino a lasciare 3-4 gemme. Con l’occasione, si provvede ad un’operazione di pulizia, eliminando gli eventuali rami secchi, spezzati o danneggiati dal freddo.

Riproduzione del glicine.

Per talea, innesto e propaggine, oltre che per seme, come tutte le piante.

Talea e innesto.

La talea di 10-12cm, prelevata da luglio a settembre  da un getto dell’anno semilegnoso, va messa a radicare in un terriccio composto da sabbia e torba, per essere messa nella dimora definitiva una volta che le radici sono sufficientemente grandi, mentre l’innesto viene eseguito a fine inverno-inizio primavera.

Propaggine.

Il glicine grazie ai tralci lunghi e flessibili, si riproduce anche per propaggine, tecnica di riproduzione agamica che assicura nuove piante con le identiche caratteristiche della pianta madre. La propaggine consiste nell’interrare parzialmente un ramo, facendolo radicare mentre continua ad essere alimentato dalla pianta madre. Una volta radicato, viene separato dando vita alla nuova piantina. Più dettagliatamente:

1-durante l’estate, individuate un ramo basale del glicine lungo e flessibile, piegatelo a circa 30cm dall’apice e interratelo nel punto di massima curvatura;

2-per evitare che il ramo torni alla sua posizione originaria, fissatelo ad un tutore piantato nel terreno o poggiate sul tratto interrato una grossa pietra;

3-trascorsi 8-10 mesi circa, quando il tratto di ramo interrato ha messo le radici, separatelo dalla pianta madre e piantatelo nella nuova dimora.

Malattie e parassiti.

Tra le malattie più comuni che possono attaccare il glicine troviamo la clorosi, mentre tra gli insetti di cui può diventare preda, ricordiamo gli afidi, la cocciniglia ed il ragnetto rosso. La clorosi è provocata da un’insufficiente presenza di ferro nel terreno. Le foglie non svolgono in maniera adeguata la funzione clorofilliana compromettendo la salute dell’intera pianta, mentre esse ingialliscono. Bisogna integrare il terreno del microelemento di cui è carente, il ferro. Gli afidi, pidocchi delle piante, sono piccolissimi insetti che vivono in colonie nutrendosi della linfa della pianta. Le punture rappresentano potenziali veicoli di virus. Si combattono rimuovendo le parti infestate della pianta e somministrando insetticidi. La cocciniglia, come gli afidi, della linfa della pianta, provocando il rinsecchimento, la deformazione e la caduta delle foglie. Si possono eliminare manualmente o ricorrendo a insetticidi. Si prevengono limitando le annaffiature a base di azoto. Il ragnetto rosso, acaro fitofago non visibile ad occhio nudo, si nutre della linfa della pianta e si combatte come la cocciniglia.

Coltivazione glicine in vaso.

Per la coltivazione del glicine in vaso, dall’impianto agli interventi di annaffiatura, potatura e concimazione, valgono le pratiche colturali viste fin’ora. Bisogna scegliere un vaso sufficientemente grande, di almeno 50-60cm di diametro, in modo da essere compatibile con le esigenze della pianta adulta, rinviando il più possibile l’operazione di rinvaso, provvedendo annualmente a sostituire quanto più terreno possibile, senza stressare la pianta o danneggiare le radici. Altra accortezza importante è quella di tarare gli interventi di annaffiatura e concimazione alle differenti esigenze della pianta in vaso rispetto a quelle in piena terra, le cui radici sono libere di espandersi nel terreno in profondità, alla ricerca di terreno più umido e ricco di sostanze nutritive. Bisogna considerare che le radici del glicine in vaso sono maggiormente esposte alle escursioni termiche, a causa della limitata quantità di terriccio di cui dispongono. Pertanto, in presenza di caldo o freddo eccessivo, si potrebbe ravvisare la necessità di procede con una pacciamatura ai piedi della pianta, da eseguire con paglia, fogliame o agritessuto. Il glicine in vaso, come quello in piena terra, può essere educato ad alberello, eretto e a salice piangente, o addossato ad una struttura cui arrampicarci.

Domande più frequenti.

Perché il glicine produce pochi fiori?

In genere per una cattiva esposizione, non servita dal sole, o per una concimazione eccessiva e a base di zolfo, elemento che favorisce la vegetazione a scapito della fioritura.

Oltre che come rampicante, come può essere educato il glicine?

Ad alberello eretto o a salice piangente, lasciando a seguito di potatura un solo arbusto che fa da tronco.

Come si riproduce il glicine?

Oltre che per seme, essenzialmente per talea ed innesto, da eseguire rispettivamente in piena estate e con l’arrivo della primavera, nonché in misura minore propaggine;

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