Bonsai ficus ginseng

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Il Bonsai ficus ginseng è una pianta sempreverde e si può considerare un bonsai da interno dato che vive in perfetta salute negli appartamenti, purché collocata in un angolo bene illuminato, lontano da fonti di calore, fuori dalla portata di eventuali correnti d’aria e spifferi vari; trattasi di una specie non particolarmente apprezzata dagli appassionati bonsaisti.

Habitat ideale,  condizioni climatiche e cure colturali.

Dal punto di vista climatico si tratta di una pianta che teme il freddo e che, pertanto, vive bene in casa, ma che durante la primavera e l’estate può essere collocata all’esterno, preservandola da condizioni di calore particolarmente estreme.

Annaffiature.

Per quanto riguarda la cura di tale specie, come tutti i Bonsai Ficus, anche il Bonsai ficus ginseng va innaffiato, dall’alto, immergendo il vaso in un contenitore o versando l’acqua direttamente sul terreno, operazione da ripetere quando il terreno risulta asciutto, dotando possibilmente il relativo vaso del bonsai di un grosso sottovaso che contiene argilla espansa imbevuta d’acqua, in modo da assicurare in ogni momento le richieste condizione di umidità, anche in presenza di riscaldamenti accesi.

La frequenza dell’intervento di innaffiatura dipende in modo particolare dalle condizioni climatiche del momento.

Di certo le innaffiature dovranno essere frequenti e intense in estate, durante la cui stagione è opportuno provvedere con una certa cadenza anche ad opportune nebulizzazioni della chioma.

Concimazione.

Le concimazioni vanno cadenzate dall’inizio della primavera alla fine dell’estate, evitando gli interventi con condizioni climatiche estreme sia di caldo eccessivo che di temperature glaciali.

Tecniche tipiche dell'arte bonsai: potatura, rinvaso, applicazione di fili, pesi e tiranti.

La Tecnica Bonsai in senso stretto, anche per il Bonsai Ficus Ginseng, prevede interventi di potatura sulle radici e sui rami, affiancati da periodici interventi di rinvaso e dall’applicazione di fili, pesi, tiranti e tutori ai rami ed al tronco, per modellare gli stessi, secondo le proprie preferenze, nel rispetto del portamento naturale della specie.

Potatura.

Il più incisivo intervento annuale di potatura di formazione è quello primaverile, da eseguire prima che per il Bonsai abbia inizio il nuovo periodo vegetativo (intervento da eseguire possibilmente anche in autunno, quando per la pianta è iniziato il riposo vegetativo) cui seguiranno gli interventi di defogliazione, per assicurare alla pianta foglie piccole, proporzionate alla grandezza dell’alberello miniaturizzato.

Rinvaso.

Tenuto conto che il Bonsai ficus ginseng predilige le stagioni calde, durante le quali gode delle migliori condizioni di salute, il periodo migliore per il rinvaso, da eseguire a Bonsai adulto ogni 3-4 anni, coincide con la primavera inoltrata. Con l’intervento di rinvaso si cerca di assicurare alla massa radicale, che con l’occasione va ridimensionata, cominciando dalle radici più legnose, un terriccio nuovo ed in quantità sufficiente ad assicurare la crescita della radici capillari. Non bisogna dimenticare che in piena terra le radici sono libere di espandersi a proprio piacimento in ogni direzione, alimentando la pianta anche in condizioni climatiche estreme. Col rinvaso si provvede anche a proteggere la pianta dall’attacco dei parassiti animali, sistemando sui fori di drenaggio presenti nel vaso la prevista griglia.

Applicazione fili, pesi e tiranti.

L’ applicazione dei fili, pesi e tiranti persegue l’obiettivo di imprimere al bonsai la forma desiderata, nel rispetto del suo portamento in natura.

In particolare si cerca di correggere la direzione dei rami, imprimendo loro un andamento parallelo al suolo in modo da realizzare una chioma dalla forma allargata.

Per evitare ferite alla pianta nei punti di legatura, i fili sono ricoperti da una guaina di gomma, mentre per ridurre le probabilità che il ramo possa spezzarsi, l’applicazione dei fili, ma anche dei pesi e tiranti, si fa precedere  da una consistente annaffiatura.

Bisogna evitare di intervenire sui rami più vecchi perché più facili a spezzarsi e meno propensi a conservare la posizione raggiunta una volta rimossi rispettivamente i pesi, fili e tiranti.

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