La lavanda, Lavandula latifolia, è una pianta aromatica perenne con portamento cespuglioso, erbacea durante la prima fase della vegetazione per diventare a fusti legnosi e semilegnosi, man mano che va avanti la stagione vegetativa.
Specie sempreverde, originaria del bacino Mediterraneo, è una pianta apprezzata anche ai fini ornamentali, grazie al profumo intenso e fresco della infiorescenza che produce da primavera inoltrata fino a tutta l’estate, i cui fiori vengono utilizzati per profumare biancheria, armadi, cassetti.
Tra le varietà maggiormente presenti nei giardini e sui terrazzi del nostro paese troviamo la Lavandula lanata, con una infiorescenza particolarmente grande, e la Lavandula angustifolia, con spighe fiorali piuttosto piccole.
Vive bene un clima temperato ed un’esposizione soleggiata o a mezzombra. Predilige un terreno leggero, ben drenato e ricco di sostanze organiche.
Le talee di 12-15cm, da prelevare da settembre a dicembre da fusti semilegnosi, vanno messe a radicare in una composta di torba e sabbia in parti eguali. Le nuove piante verranno trapiantate nella dimora definitiva con l’arrivo della primavera. Nelle località con clima temperato caldo, caratterizzato da estate lunghe e inverni miti, le talee possono essere messe a radicare direttamente nelle dimora definitiva, in vaso o piena terra. A livello amatoriale, la riproduzione per talea è da preferire alla semina in quanto assicura nuove piante con le stessa caratteristiche della pianta madre, a differenza della semina che produce ibridi.
Semina della lavanda in vaso o in piena terra: il periodo migliore per la semina della lavanda direttamente nella dimora definitiva, in vaso o piena terra, coincide con l’arrivo della primavera, ma è possibile seminarla anche durante la stagione autunnale. Una bustina di semi di 3-4gr, da comprare presso fioristi, center garden o negozi specializzati per la vendita di semenze, costa 4-5 euro circa. Vediamo come procedere:
Nei semenzai si preferisce seminare la lavanda a fine inverno, in modo da disporre delle piantine da interrare nelle dimora definitiva durante la primavera.
Bisogna partire dal presupposto che per le piante in piena terra e in vaso all’esterno, gli interventi dell’uomo sono complementari rispetto alle piogge, che per alcuni periodi dell’anno sono sufficienti. Le integrazioni si concentrano durante l’estate e durante alcune fasi della pianta (dopo il trapianto, durante il periodo di intensa vegetazione, durante la fioritura, ecc). A scopo puramente indicativo: dalla fine di novembre alla fine di febbraio, le annaffiature vanno sospese; durante l’autunno e la primavera, potrebbe essere sufficiente annaffiare 1-2 volte al mese; durante l’estate 1-2 volte alla settimana. In ogni caso innaffiare quando il terreno risulta completamente asciutto da alcuni giorni.
La prima importante fertilizzazione del terreno è quella eseguita in occasione della preventiva preparazione del terreno, con la quale si provvede a vangare il terreno con la contestuale fertilizzazione con letame maturo. E’possibile ripetere operazione all’inizio dell’inverno, interrando ai piedi delle piante concime granulare bilanciato a lenta cessione o stallatico maturo. Durante la stagione vegetativa, da marzo a settembre, per favorire la vegetazione, ogni 30-45 giorni, è possibile diluire nell’acqua destinata alle annaffiature concime liquido a base di azoto. Analogamente si procede per gli esemplari in vaso, provvedendo, in occasione della semina o della messa a dimora della nuova pianta realizzata per talea o in semenzai, a sistemare sul fondo del vaso uno strato di letame maturo subito dopo lo strato di ghiaia.
Nel primo anno di vita della lavanda gli interventi di potatura, che potremmo definire di formazione, mirano a conferire alla pianta un portamento cespuglioso. Per lo scopo si provvede a cimare i fusti di 1/3 circa della loro lunghezza, al fine di stimolare l’emissione di getti laterali con conseguente accestimento della pianta (si stimola la pianta a crescere in larghezza). Durante gli anni successivi, alla fine dell’inverno, si interviene con una potatura drastica, con la quale i fusti vengono recisi a pochi cm dal colletto, al fine di rinnovare la vegetazione.
Periodiche zappettature dello strato superficiale del terreno ai piedi della pianta, favoriscono la permeabilità del terreno e l’ossigenazione delle radici a beneficio della rigogliosità della pianta. Contemporaneamente si provvede ad estirpare le infestanti, senza ricorrere a diserbanti chimici.
E' una pianta rustica resistente alle malattie e avversità, ma in presenza di terreni argillosi e di ristagni idrici, conseguenza di errate annaffiature per frequenza ed intensità, la lavanda può diventare vittima di marciume delle radici. In questo caso, a parte il ricorso ai comuni fungicida, diventa importante rimuovere la causa.
Per essere consumati freschi per uso domestico, i rametti comprensivi delle foglie vengono raccolte in qualsiasi momento dell’anno, mentre comprensivi delle infiorescenze per essere essiccati vengono raccolti quando la fioritura giunge a maturazione. I rametti lunghi 15-20cm, una volata recisi, vengono raccolti in fascetti e appesi a testa in giù in un locale asciutto e arieggiato. Una volta completamente essiccati, le infiorescenze vengono separati dai fusti, sfregati tra le mani, e conservati in barattoli per alimenti.
Della pianta di lavanda, come aroma si utilizzano le foglie fresche ed i fiori secchi. Nonostante questo aroma presenti un sapore gradevole, a differenza della cucina francese, la cultura culinaria del nostro paese difficilmente lo prende in considerazione per aromatizzare le pietanze.
Possiede proprietà antisettiche, batteriche, antispasmodiche e antinfiammatorie. Viene utilizzato per combattere le affezioni dell’apparato respiratorio, bronchite, influenza, mal di testa e raffreddori. Si ritiene che la lavanda cura la malinconia e dona la serenità.
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