Finocchio selvatico coltivazione

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Guida informativa sulla cura e coltivazione del finocchietto selvatico, dalla semina al raccolto, dalle proprietà agli utilizzi, dalla coltivazione in vaso e in piena terra alle tecniche di propagazione, alle malattie e parassiti.

Informazioni sul finocchio selvatico.

Specie erbacea perenne della famiglia delle Ombrellifere, conosciuta anche come finocchio amaro, finocchio volgare e finocchietto, è una pianta interamente commestibile dai semi alle foglie, dalle radici ai fusti, che può superare il metro di altezza. Ad eccezione dei semi che vengono consumati secchi, come importante aroma per carni, pesce, liquori, biscotti e focacce, le restanti parti sono da consumare fresche man mano che vengono raccolte. E’ una pianta caratterizzata da radici a fittone e da una fioritura fatta di piccoli fiori bianchi che formano grosse ombrelle, da cui il nome “ombrellifere”. Foglie filiformi color verde brillante, fioritura, che non passa inosservata durante la stagione estiva, e fusti eretti, fanno del finocchietto selvatico una pianta considerata anche ai fini ornamentali.

Proprietà del cosiddetto finocchio volgare.

Il finocchio volgare possiede proprietà digestive, cura l’aerofagia e la nausea. Per aiutare la digestione e combattere l’alito pesante, è sufficiente masticarne una guaina alla fine del pasto.

Clima ideale e caratteristiche del terreno.

Pur essendo una pianta poco esigente, predilige un clima temperato caldo ed una posizione più o meno soleggiata a secondo che si vuole favorire la maturazione dei semi o la qualità delle foglie. Cresce spontanea lungo la costa mediterranea, in particolare nelle aree del Centro Sud del nostro paese. Non sopporta il freddo, per cui va preservata dalle condizioni climatiche estreme, caratterizzate da gelate notturne. E’ una specie molto rustica che cresce spontanea in terreni aridi e ghiaiosi, perché teme i ristagni idrici, ma richiede un terreno soffice, ben drenato e ricco di sostanze organiche. Eventuali terreni argillosi e compatti, vanno corretti con l’aggiunta di sabbie e/o ghiaia.

Pratiche colturali.

Semina e trapianto.

Il finocchietto selvatico si riproduce essenzialmente per seme. La semina può essere effettuata direttamente nella dimora definitiva in piena terra, da primavera inoltrata a tutta l’estate, o in semenzai con l’arrivo della primavera. Sia in piena terra che nei semenzai, i semi vengono distribuiti a spaglio e coperti con un sottilissimo strato di terreno. In entrambi i casi, le piantine vengono sfoltite man mano che crescono, cominciando da quelle più esili, in modo da lasciare spazio e energia sufficiente agli esemplari più rigogliosi. Dai semenzai le piantine vengono estirpate e messe nella dimora definitiva, una volta che hanno raggiunto l’altezza di 10-12cm circa, sufficiente per essere maneggiate senza subire danni. Nella dimora definitiva le piantine vanno distanziate di almeno 30-35cm. Analoga distanza devono presentare le piantine nate in piena terra, una volta terminato lo sfoltimento, con il quale vengono estirpate le piante in eccesso.

Annaffiatura.

Il finocchio selvatico non richiede molta acqua. Gli interventi, per frequenza ed intensità, dipendono essenzialmente dalla stagione e dalla piovosità. Come per la totalità delle piante che vivono all’aperto, bisogna integrare le piogge, annaffiando quando il terreno risulta completamente asciutto da alcuni giorni e non si prevedono piogge. Bisogna avere l’accortezza di non innaffiare durante le ore più calde della stagione estiva.

Concimazione.

La prima ed importante fertilizzazione del terreno, con interro di letame maturo, viene eseguita in occasione della preparazione del letto di semina in piena terra o in occasione della preparazione della dimora definitiva, vaso o piena terra, in caso di travaso di piantine realizzate nei semenzai. L’operazione, se necessario, è da ripetere in autunno interrando stallatico maturo ai piedi della pianta, in ragione di 2-3Kg per mq.

Rincalzatura.

Al fine di migliorare la qualità della parte interrata, periodicamente è opportuno rimuovere ed accumulare terreno ai piedi della pianta.

Raccolto.

Le parti da consumare fresche, come le fogli e le guaine, vengono raccolte a scalare man mano che servono, mentre la parte interrata viene estirpata da fine estate-inizio inverno. I semi da conservare e consumare secchi vengono raccolti una volta giunti a maturazione. Se non vengono raccolti prima che il fiore diventa completamente secco, i semi si disperdono nel terreno circostante, trasformando il finocchio in pianta infestante. Dopo la raccolta dei semi, la pianta va tagliata rasoterra per stimolare l’emanazione di getti nuovi. Per evitare che le foglie diventino di un sapore amarostico, durante la stagione vegetativa, i fiori vanno cimati (rimossi) man mano che si formano. Le foglie, oltre che consumate fresche, possono essere congelate o messe sott’olio, mentre gli steli, come i semi, possono essere essiccati e conservati nei barattoli per alimenti.

Riproduzione del finocchio selvatico.

Si riproduce per semina e divisione dei cespi. Si ricorre alla tecnica di riproduzione per separazione di cespi, verso la fine dell’estate, se il numero delle nuove pianta che si intende realizzare è limitato.

Malattie e parassiti.

Tra le malattie da fungo che possono colpire il finocchio selvatico, troviamo la peronospora, l’oidio e la batteriosi, mentre tra i parassiti di cui può diventare preda, ricordiamo gli afidi e le lumache. Le cause delle patologie fungine vanno ricercate nella presenza di eccesso d’acqua e di ambienti particolarmente umidi. Sono da curare, oltre che con appropriati fungicidi, rimuovendone le cause. Gli afidi, colonie di piccoli insetti, cosiddetti pidocchi delle piante, si nutrano della linfa, procurando punture che diventano veicoli di infezioni. Si combattono con insetticidi, nonché tagliando e bruciando i rami più infestati. Dalle lumache ci si difende proteggendo la pianta con specifiche recinzioni. Si combattono rimuovendole manualmente, per evitare di ricorrere a prodotti nocivi e velenosi.

Coltivazione finocchio selvatico in vaso.

In quanto pianta di dimensioni contenute, aromatica e in qualche misura ornamentale, il finocchio selvatico si presta ad essere coltivato in vaso. Per le pratiche colturali, dalla semina al raccolto, vale quanto visto fin’ora. In particolare:

1-procurate un vaso capiente del diametro di 40cm circa ed un terriccio medio impasto, leggero, ben drenato e ricco di sostanze organiche;

2-sistemate sul fondo del vaso uno strato di ghiaia di 2-3cm, quindi uno strato di stallatico maturo e riempite il vaso con il terriccio;

3-distribiute a spaglio 4-5 semi, copriteli con un sottilissimo strato di terriccio e procedete con una sottile annaffiatura, servendovi di uno spruzzino per evitare di smuovere i semi.

4-continuatead innaffiare con lo spruzzino fino a quando le piantine non diventino sufficientemente grandi da consentire l’uso dell’innaffiatore.

5-man mano che crescono, estirpate le piantine più esili fino a lasciarne una per vaso.

Domande frequenti.

Il finocchio selvatico è una pianta infestante?

Può diventare infestante se i semi vengono lasciati liberi di dispersi nel suolo circostante, una volta giunti a maturazione.

Il finocchio selvatico come si conserva?

I semi e gli steli, in barattoli di vetro, una volta essiccati, mentre le foglie sott’olio, sotto aceto o congelate.

Il finocchio selvatico come si propaga?

Essenzialmente per seme ed in misura minore per divisione dei cespi.

E' possibile coltivare il finocchio selvatico in vaso?

Si. Il finocchio selvatico è una pianta aromatica apprezzata anche come pianta ornamentale, in considerazione del suo portamento e delle dimensioni contenute.

Quali proprietà medicinali possiede il finocchio selvatico?

Possiede proprietà digestive, combatte l’alito pesante e la nausea.

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