Impianto di scarico

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La normativa vigente, inerente le reti di scarico, prevede che le stesse possono essere realizzate con tubazioni in ghisa, piombo, gres, calcestruzzo, materiale plastico, acciaio zincato, acciaio rivestito. Oggigiorno si registra un ricorso massiccio alle tubazioni in materiale plastico, la qualcosa ha velocizzato la relativa posa in opera, nonché ha permesso di contenere sensibilmente i costi. E’ previsto l’impiego anche di altri materiali, purché rispondano ai requisiti previsti dalla normativa. Le materie plastiche maggiormente utilizzate per la realizzazione delle condotte di scarico sono il PVC, il polipropilene, il polietilene ad alta densità.

L’impianto di scarico comprende le diramazioni di scarico (tubazioni che si sviluppano orizzontalmente e che collegano i singoli apparecchi di servizio alle colonne di scarico), colonne di scarico che si sviluppano verticalmente, destinate a ricevere le acque usate, da convogliare nei collettori.

Precise disposizioni forniscono indicazioni sulla corretta posa in opera di tutti gli elementi di cui si compone l’impianto.

Le acque usate si dividono in acque bianche e acque nere. Le acque bianche sono quelle che provengono dagli scarichi del lavabo, lavello, lavatrice, lavastoviglie, mentre quelle nere provengono dagli scarichi dei vasi.

Gli impianti di scarico possono essere realizzati in modo da tener separati i due tipi di acqua, ossia prevedere una doppia tubazione, o raccogliere entrambi i tipi di acqua in una tubazione unica. La doppia tubazione evita che possono verificarsi riflussi di acque nere o cattivi odori attraverso lo scarico degli apparecchi di servizio, come la vasca, il lavalo, sebbene muniti di sifone. Quest’ultimo è un tubo ricurvo che collega gli apparecchi di servizio alle condutture di scarico. Possono essere di metallo, plastica o PVC, caratterizzati da una forma ricurva a forma di “pera”, “ U”, “S”. Grazie a questa forma ricurva, nel sifone è sempre presente una certa quantità di acqua che impedisce il ritorno di cattivi odori.

Per la loro forma ricurva, i sifoni rallentano il deflusso delle acque di scarico, la qualcosa favorisce il deposito delle sostanze in sospensione con conseguente ostruzione della condotta. In presenza di simile inconveniente, è possibile ricorrere ai liquidi a base di soda caustica, alla tradizionale ventosa, ma nei casi più difficili diventa necessario svitare la parte inferiore del sifone e rimuovere il materiale che si è depositato.

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