Edera

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La pianta di edera, dalle varietà alle tecniche di moltiplicazione, alle cure colturale, dalla coltivazione come pianta d'appartamento alla coltivazione in piena terra.

L'edera: informazioni sulla specie.

L’edera della famiglia delle Apiaceae, di origine europea, oltre ad essere presente nei nostri giardini come pianta rnamentale, cresce spontanea alle varie altitudini del nostro paese, dalla zona costiera alla montagna. Conta diverse specie di cui la più diffusa è la Hedera helix, conosciuta come “edera comune”, a foglia variegate, dalla quale sono stati ricavati la maggior parte degli ibridi utilizzati come piante ornamentali. L’edera è una pianta caratterizzata da tralci particolarmente lunghi con portamento rampicante, ricadente o tappezzante. Pur essendo una pianta essenzialmente da esterno, le varietà a portamento ricadente vengono coltivate come pianta ornamentale d’appartamento. La varietà rampicante è destinata a rivestire in maniera permanente sostegni, come graticci, gazebo, pergolati e muri, grazie alle radici aeree che le consentano di arrampicarsi a qualsiasi sostegno. Alle foglie ed ai frutti, vengono riconosciute proprietà medicamentose, nonostante risultano particolarmente tossiche e non commestibili. Tra le diverse varietà, ricordiamo: l’Hedera aurea caratterizzata da un interessante fogliame verde, con foglie dentellate contornate di giallo; l’Hedera hiberica caratterizzata da un fogliame verde, con foglie particolarmente grandi e l’Hedera roegneriana caratterizzata da foglie bianche a forma di cuore.

Condizioni climatiche adatte alla coltivazione dell'edera.

L’edera si adatta alle diverse condizioni climatiche, dal clima mediterraneo al clima temperato freddo. Predilige una posizione luminosa, ma non sopporta per molte ore consecutive il sole diretto. Vive bene in un luogo semi ombreggiato. Le varietà a foglie screziate necessitano di una posizione meno ombreggiate rispetto a quelle a foglie verdi. Quest’ultima varietà, come pianta d’appartamento, vive anche in angoli della casa servite da poca luce naturale, tipo i corridoi.

Caratteristiche del terreno.

l’edera è una piana sufficientemente rustica che si adatta facilmente ai diversi tipi di terreno. Risulta idoneo un terreno medio impasto in cui i vari elementi, quali ghiaia, torba, sabbia e nutrienti, siano presenti nelle quantità tali da assicurare un terreno ricco di sostanze organiche e ben drenato.

Pratiche colturali.

Impianto.

Il periodo migliore per la messa a dimora delle piantine di edera coincide con le stagioni miti, quali l’autunno e la primavera. Per l’impianto scavare una buca sufficiente ad ospitare in maniera confortevole la massa radicale. Far seguire l’impianto da una delicata irrigazione per compattare il terreno alle radici.

Sostegno.

Per le varietà a portamento rampicante, va previsto fin dal momento della messa a dimora, prima che la pianta lo scelga in propria autonomia.

Annaffiatura.

L'edera è una pianta che soffre più l’abbondanza che la carenze d’acqua. Come per tutte le piante vale la regola generale secondo la quale bisogna annaffiare quando il terreno risulta completamente asciutto e non presenta tracce del precedente intervento. La frequenza degli interventi dipende dalla stagione, dalle condizioni climatiche. A scopo indicativo, l’edera in piene terra va innaffiata un paio di volte alla settimana durante l’estate, due - tre volte al mese durante le stagioni intermedie, autunno e primavera, mentre durante l’inverno le annaffiature vanno sospese. Innaffiare di mattina presto o sera tardi, senza interessare la parte aerea della pianta. Per le piante coltivate in casa bisogna far leva sul buon senso adeguando gli interventi, per frequenza ed intensità, alle condizioni climatiche dell’ambiente che ospita la pianta.

Concimazione.

E' una pratica colturale che interessa principalmente gli esemplari coltivati in vaso, in considerazione della velocità con la quale si esauriscono gli elementi nutritivi per una massa limitata di terriccio. I periodi migliore per la fertilizzazione coincidono con l’inizio della primavera, quando la pianta si sta preparando per la nuova stagione vegetativa, e la fine dell’autunno. Utilizzare un concime liquido a base di fosforo e azoto per il primo intervento ed un concime liquido bilanciato per la concimazione autunnale, entrambi da diluire nell’acqua destinata all’annaffiatura, secondo le dosi riportate sulla confezione.

Potatura.

Sia per l'edera coltivata in vaso che in piena terra, l’intervento di pulizia (rimozione tralci secchi, spezzati e malati) e di mantenimento va eseguito alla fine dell’inverno-inizio primavera, cui seguono eventuali cimature estive per contenere la crescita di tralci particolarmente esuberanti, che fuoriescono dalla forma immaginata o per favorire la formazione di nuovi getti laterali.

Rinvaso.

La pianta d'edera coltivata in vaso va trapiantata quando le radici hanno occupato gran parte dello spazio destinato al terriccio. Per evitare di intervenire tutti gli anni, procurando un inutile stress alla pianta, orientare la scelta verso un contenitore che tenga conto della velocità di crescita della specie. Utilizzare un terriccio composta da ghiaia, torba e sabbia in parti eguali, con l’aggiunta di concime organico per migliorare l' humus. Il periodo migliore per il rinvaso coincide con la fine dell’inverno-inizio primavera.

Pacciamatura.

Per le piante coltivate in vaso su balconi e terrazzi, ma anche in giardino, in considerazione del fatto che le radici non hanno la possibilità di espandersi in profondità, nelle aree con clima temperato freddo continentale, durante l’inverno è opportuno procedere con una pacciamatura ai piedi della pianta con paglia, fogliame o altro materiale equivalente, per proteggere la massa radicale dalle gelate notturne.

Riproduzione edera.

Come la quasi totalità di specie rampicanti, anche per l’edera la principale tecnica di moltiplicazione è per talea, affiancata dalla semina da effettuare con l’arrivo della primavera. La talea di 8-10cm, prelevata da un tralcio semilegnoso, può essere messa a radicare sia acqua che in un terriccio composto in parti eguali da sabbia e torba. Una volta che ha radicato la nuova piantina viene messa nella dimora definitiva in vaso o piena terra. Per una guida dettagliata sulla tecnica di riproduzione per talea e per semina, potete consultare rispettivamente gli articoli: “Talea” e “Semina”.

Malattie edera.

E' una pianta abbastanza rustica, resistente alle malattie e agli attacchi dei parassiti, ma ciò nonostante può diventare preda dei cosiddetti pidocchi delle piante o essere attaccata da malattie da fungo in caso di ristagno idrico.

Domande più frequenti.

Perché le foglie dell’edera coltivata in casa seccano e cadono?

Perché l’ambiente non presenta il giusto grado di umidità e/o la temperatura è molto alta.

Perché le foglie dell’edera coltivata in casa diventano scure?

Perché l’ambiente ed il terriccio presentano un eccesso di umidità.

L'edera è un vero rampicante o una pianta sarmentosa?

E' un vero rampicante in grado di aggrapparsi al sostegno naturale o artificiale autonomamente con i propri mezzi, senza l'intervento dell'uomo (legatura con la rafia).

Come si riproduce l'edera?

Essenzialmente per talea, come la quasi totalità dei rampicanti, da far radicare in acqua o terriccio di sabbia e torba.

Quanto vive l'edera?

Aanche 3-4 secoli, è una pianta molto longeva.

L'edera può diventare una pianta infestante, difficile da liberarsene?

Se non guidata e tenuta sotto controllo con opportuni ridimensionamenti, potrebbe creare qualche problemino.

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