Rinvaso orchidee

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Il Rinvaso delle orchidee, in considerazione della velocità con la quale il substrato cede completamente la sua fertilità, deve avvenire con una certa frequenza, diciamo ad anni alterni, anche ogni anno. In pratica, l’orchidea va rinvasata quando il substrato degenerando diventa compatto, poco drenante e privo di fertilità, circostanza che potrebbe essere accompagnata da un Vaso divenuto insufficiente.

Iter operativo:

  • Allestite un nuovo vaso, leggermente più grande, se le esigenze di grandezza dell’orchidea lo richiedono, posizionando sul fondo uno strato di sughero o altro materiale inerte equivalente, come polistirolo, sughero, carbone, cui far seguire uno strato di bark, fino a riempire circa i 2/3 del vaso.
  • Rimuovete la pianta dal vecchio vaso, mettete a nudo la massa radicale, pulendola dei residui del vecchio terriccio, nonché delle eventuali radici spezzate, che presentano ferite, morte o in qualche misura compromesse, e deponetela nel nuovo vaso allestito come sopra.
  • Aggiungete altro bark fino a riempire completamento il vaso, facendo in modo da fissare la pianta, avendo cura di non danneggiare le radici.

Il bark è un substrato soffice e leggero composto da corteccia sminuzzata, cui solitamente vengono aggiunti altri componenti, quali torba, muschio, fogliame di sottobosco, integrato, come abbiamo visto, con materiale essenzialmente inerte, quale polistirolo espanso, argilla espansa, carbone, sughero, al fine di migliorarne il drenaggio, in considerazione di quanto le orchidee temono il marciume radicale, causato da ristagno d’acqua.

Il materiale inerte favorisce il drenaggio, l ‘areazione e l’ossigenazione della massa radicale, ma non contribuisce alla nutrizione della pianta.

Comunque combinati i vari elementi, il substrato deve assicurare un efficiente drenaggio, per una buona areazione e ossigenazione delle radici.

Informazioni in più:

  • Dopo il rinvaso bisogna sospendere per una decina di giorni gli interventi di innaffiatura.
  • L’operazione di rinvaso va eseguita facendo attenzione a non stressare e danneggiare la massa radicale, dalla cui efficienza dipende la salute della pianta.
  • Il rinvaso è un intervento periodico, in genere programmato, ma in presenza di un inizio di marciume radicale, potrebbe diventare improvviso e improcrastinabile. In presenza di una simile evenienza, con molta probabilità conseguenza di un terriccio non più drenante, diventato compatto, non resta che spostare la pianta in una dimore meglio arieggiata e provvedere alla sostituzione del terriccio, non necessariamente anche del Vaso.
  • Il periodo migliore per l’intervento di rinvaso coincide con la fine della fioritura all’inizio dell’autunno, con eccezione del periodo più caldo della stagione estiva (luglio agosto).
  • Dal momento che l’orchidea è una specie che si riproduce maggiormente per divisione, nel senso fisico della parola, il rinvaso può rappresentare l’occasione per moltiplicare le nostre orchidee.
  • Tutte le operazioni di rinvaso, comprese quelle connesse all’eventuale divisione della pianta, vanno eseguite nella massima igiene, avendo cura di sterilizzare e disinfettare gli attrezzi che vengono utilizzati, ivi compreso il vaso, soprattutto se viene riutilizzato quello preesistente.

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