Guida informativa e pratica sulla verniciatura del legno. Esaminiamo i tipi di vernici adatti, le tecniche, ed i possibili difetti dovuti della inadeguata preparazione del fondo alla verniciatura.
La verniciatura di un manufatto in legno è costituita da un ciclo di lavorazioni con cui si trasferiscono al substrato di questo vari e differenti prodotti chimici vernicianti in maniera da realizzare un numero finito di strati sovrapposti non necessariamente dello stesso prodotto. Detti strati concorreranno tutti insieme a formare sulla superficie esterna del manufatto ligneo una pellicola:
sottile,
solida,
continua,
tenacemente adesa.
La funzione di tale pellicola è insieme protettiva e decorativa.
Essa, infatti, non solo protegge l’oggetto dalle ingiurie di agenti atmosferici e chimici, ma gli conferisce anche un aspetto estetico gradevole.
Per ottenere questi risultati, come già accennato, non si effettua una sola lavorazione ma bensì con un ciclo di trattamenti con prodotti vernicianti differenti.
Il perché di ciò va ricercato nella constatazione che non è possibile, con una sola mano di un singolo prodotto verniciante, conferire al substrato tutte le caratteristiche che gli vengono richieste. Nonostante le diversità, in qualche caso sostanziale, tutti i prodotti vernicianti utilizzati nella lavorazione descritta vengono genericamente denominati vernici per legno.
Quali sono le vernici per il legno?
Le vernici per legno sono una categoria abbastanza ampia di prodotti chimici vernicianti con caratteristiche spesso differenti. Tali caratteristiche solitamente sono raccolte nella scheda tecnica che accompagna ciascuna vernice nel circuito commerciale. Dalla lettura dei dati l’utente, potrà poi scegliere il prodotto che più si addice alle sue esigenze.
In funzione della formulazione chimica e più precisamente del tipo di solvente avremo:
Vernici per il legno a base acquosa.Dove i vari componenti della miscela sono dissolti in acqua. Sono preferibili sia per la tutela dell’ambiente che per la salute delle persone che vi vengono a contatto.
Vernice per il legno a base solvente. Dove i componenti della miscela sono dissolti in un solvente organico come ad esempio acquaragia. Un’ulteriore informazione che riguarda il solvente della miscela che costituisce la vernice, e che è specificata nella scheda tecnica, è legata in qualche maniera alla percentuale di solvente qualunque esso sia. Si parla così di vernice ad alto/basso solido. Dove ovviamente le vernici ad alto solido hanno basse percentuali di solvente.
Un’altra classificazione può essere fatta in funzione di dove andrà collocato il manufatto ligneo da verniciare avremo:
Vernici per il legno da interno. Servono a proteggere da funghi e parassiti oltre che a fini estetici.
Vernici per il legno da esterno. Devono essere in grado da assicurare protezione dall’acqua e più generalmente dagli agenti atmosferici, nonché dall’aggressione di inquinanti. Tenuto conto che l’acqua provoca rigonfiamento delle fibre del legno ed a favorisce lo sviluppo di muffe, fenomeni che provocano un precoce deterioramento del manufatto.
Naturalmente esistono vernici da interno ad acqua e a solvente come anche vernici da esterno ad acqua e solvente.
In funzione di come viene trasmesso il prodotto verniciante e quindi della tecnica di verniciatura avremo:
Vernici a pennello. Vanno trasferite al supporto con l’aiuto di un pennello o rullo.
Vernici a spruzzo. Si utilizza una pistola a spruzzo ad aria compressa che le nebulizza e le sospinge sul supporto. <li >
Vernici a spugna/straccio. Si trasferiscono al supporto con una spugna/straccio imbevuto di vernice. Ovviamente si è già data sul supporto una prima mano uniforme con una tinta più tenue e la vernice imbevuto nello straccio/spugna serve a creare effetti.
In funzione delle caratteristiche del film avremo vernici non filmanti che, pur trattando il manufatto (penetrano nei pori), non generano un film che lo incapsulano e vernici filmanti che dopo l’applicazione generano un film protettivo.
Le vernici non filmanti più comuni sono:
Le tinte/i mordenzanti che sono coloranti che possono essere sciolti in acqua od in alcool. Servono a fornire colore al legno troppo chiaro o ad uniformare il colore quando il supporto si presenta con due colorazioni differenti. Il loro effetto non è coprente in quanto lasciano comunque in evidenza le naturali nervature del legno. Quelli ad alcool ovviamente asciugano più in fretta ma hanno il problema di coprire di più e quindi vanno usati con maggior cautela.
Gli impregnanti. Come anche l’etimologia indica servono ad impregnare il supporto. Ossia penetrano nei pori del supporto ed a saturazione avvenuta lo preservano dal degrado senza incapsularlo. Possono essere disciolti in acqua o in solventi organici e possono essere trasparenti o colorati. Comunque siano, trasparenti o coloranti, lasciano comunque in evidenza le venature del legno. Esistono anche impregnanti che contengono nella loro formula prodotti biocidi che servono a prevenire e contrastare lo sviluppo di muffe, funghi e tarme che sono temibili nemici del legno. Esistono impregnanti che contengono anche filtri anti UV e che quindi sono specifici per trattamento di legno posto in esterno ed esposto alle radiazioni solari.
Le vernici filmanti si differenziano in:
Fondi/intermedi. Servono a preparare il supporto di legno a ricevere lo strato finale che conferirà oltre che protezione aspetto estetico gradevole.
Finitura. E’ l’ultimo strato di vernice e come già detto deve avere ottime caratteristiche ornamentali oltre che protettive. Può essere colorata o anche trasparente per interno o esterno a base acquosa o a solvente.
Tecniche di verniciature per il legno.
Le tecniche di verniciatura per il legno sono essenzialmente 3 e precisamente:
a poro aperto ad effetto legno: poichè lascia inalterate le caratteristiche del legno tale tecnica è indicata quando si vogliono conservare le naturali venature di legni quali Frassino o Rovere. Una particolare finitura a poro aperto è quella Decapè che dà al legno un effetto invecchiato, e quindi è utilizzata per dare nuova vita a vecchi armadi o piattaie.
A poro chiuso ad effetto legno, copre completamente nodi e venature del legno per cui non è consigliata per il legno massello ma è invece consigliata per mobili e manufatti da esterno realizzati con essenze con porosità poco profonda quali ciliegio, acero, betulla.
A poro chiuso ad effetto laccato coprente. Questa tecnica che copre del tutto il legno sottostante, con effetto opaco, lucido, satinato si utilizza per rimodernare mobili od oggetti in legno grezzo o particolarmente rovinati.
Esaminiamole nel dettaglio vedendo un breve iter operativo per ogni tecnica.
Finitura a poro aperto ad effetto legno.
La tecnica, che non ricopre il manufatto di un film sigillante, prevede solo prodotti traspiranti che lasciano aperti i pori.
Iter operativo.
La verniciatura si compone di vari stadi che riportiamo ed illustriamo:
Preparazione del supporto. Se il supporto è nuovo e di legno grezzo basta un lavaggio con acqua ed ammoniaca per eliminare eventuale sporcizia e grasso. Se il supporto è ricoperto di vernice scrostata e rovinata occorre rimuoverla completamente e riportare il legno a nudo. Per effettuare questa operazione si possono seguire varie strade. La maniera più semplice è carteggiare, con carta vetrata di grane differenti, il manufatto fino ad eliminare ogni traccia della vecchia vernice. Sfortunatamente è anche la maniera che richiede più tempo e fatica. In alternativa si può usare uno sverniciatore chimico o termico che farà sollevare la vecchia crosta di vernice per poi eliminarla con un raschietto. Ovviamente il lavoro va completato sempre con carta vetrata e pulizia.
Mordenzatura/tintura. Se, come spesso accade, il legno per le ingiurie del tempo si presenta bicolore,si può uniformare il colore o caricarlo se troppo chiaro dando col pennello una o più mani di un mordenzante del colore opportuno. Questo penetrando nei pori del legno fornirà la colorazione ma lascerà evidenti le sue venature.
Finitura con impregnante. Sul supporto asciutto si stende con un pennello a setole morbide l’impregnante. Una volta che il supporto sarà asciutto si darà una seconda mano e si continua fino a quando il supporto sarà in grado di assorbire il prodotto (il numero di mani dipende dallo stato del legno). Tra una mano e l’altra di impregnante può essere necessario dare una carteggiatura con grana molto fine per eliminare i cosiddetti peli del legno che si sollevano dopo il passaggio della vernice. Se il legno trattato andrà in esterno è conveniente usare un impregnante con biocidi e filtri anti UV. In egual modo sono consigliati impregnanti solubili in acqua per evitare inquinamento e prevenire inalazioni nocive.
Pro e contro.
La verniciatura a poro aperto effetto legno ha naturalmente pregi e difetti:
Non altera l’aspetto del legno che si mantiene gradevole e naturale.
Può essere utilizzato per legno in interno ed esterno.
Le successive verniciature, per l’assenza di film di copertura, non richiedono lunghe e faticose operazioni di preparazione del supporto.
Richiede manutenzione costante(almeno annuale) specie se il manufatto va in esterno.
Finitura a poro chiuso ad effetto legno.
La tecnica prevede un ultimo strato di vernice (ripetuto 2 o 3 volte) non traspirante che incapsulerà il manufatto.
Iter operativo.
Anche in questo caso consterà di vari stadi che riportiamo ed illustriamo:
Preparazione del supporto. Le operazioni da effettuarsi sono le stesse di quelle descritte per la finitura a poro chiuso e perciò le omettiamo.
Mordenzatura/tintura. Le stesse delle precedenti.
Trattamento con impregnante. Identiche modalità alla verniciatura a poro aperto.
Finitura con vernice filmante trasparente. Si sceglie, studiando accuratamente la scheda tecnica e tenendo conto delle caratteristiche richieste al nostro manufatto (interno, esterno, esposto al sole, salinità, etc.), lo smalto trasparente che meglio si adatta alle nostre esigenze e con un pennello trasparente si danno almeno due mani di finitura (meglio tre se in esterno).
Pro e contro.
I pregi della finitura a poro chiuso ad effetto legno sono:
Offre il massimo della protezione e mantiene visibili le venature del legno,
non richiede manutenzione.
L’unico difetto è che gli interventi successivi richiedono lunghi lavori di ripristino del supporto.
Finitura a poro chiuso ad effetto laccato coprente.
Questa lavorazione è simile alla precedente, l’unica differenza è nella finitura finale. Mentre nella prima si utilizzava una vernice trasparente che lascia vedere il legno sottostante questa lo ricopre completamente con un film che non lascia intravedere nulla. Pertanto il trattamento intermedio di mordenzatura diventa inutile.
Anche pregi e difetti sono i medesimi di quelli elencati per la finitura trasparente.
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