Le casette addossate al muro di casa o di cinta presentano una migliore stabilità ed indubbi vantaggi di ancoraggio, a parte il non trascurabile risparmio, scegliendo di utilizzare il muro esistente quale parete posteriore. La parete posteriore in muratura si presta ad un ancoraggio rapido e sicuro della casetta a mezzo di tasselli, risulta facilmente attrezzabile con mensole che creano spazio ed aiutano a tenere la casetta in ordine.
Qualora la casa rispetto allo spazio a verde dovesse prevedere un’ uscita secondaria non utilizzata, la casetta si potrebbe addossare a quest’ultima. In questo modo la casetta risulterebbe utilizzabile come ripostiglio e come casetta da giardino, per il ricovero degli attrezzi, il deposito della legna e così via.
Le casette addossate possono essere realizzate interamente con la Tecnica del Fai da te o ricorrendo all’assemblaggio di Kit facilmente reperibili sul mercato. A scopo indicativo, diciamo che il Kit di una casetta addossata in essenza di pino o abete di circa 5 mq viene offerta ad un prezzo prossimo agli 800 euro.
Circa le autorizzazioni (DIA, Ufficio Tecnico Comunale), risultano esente le sole casette non ancorate al suolo, che rivestono carattere di temporaneità. Pertanto, le casette addossate, ancorate al muro, che utilizzano come parete posteriore, necessitano delle previste autorizzazioni.
Vi racconto, al riguardo, un’esperienza personale. Vivo a Napoli. Qualche anno fa ho ricevuto una denuncia per abusivismo, presumo da parte di un condomino del palazzo, per un gazebo esistente sul mio terrazzo da oltre un decennio.
Il tecnico del Comune incaricato del sopralluogo alla vista del gazebo come prima cosa disse che non si spigava come una cosa così bella potesse dare fastidio. Facendo poi il giro attorno al gazebo, che risulta distanziato di circa un metro dal muro di cinta, notò due travi 5cm x5m lunghe circa un metro che ancoravano il gazebo al muro.
A questo punto ha verbalizzato la circostanza, informandomi verbalmente che sarebbe seguito senz’altro l’ordine di abbattimento (rimozione), trattandosi di una struttura ancorata.
Allo stato ho pagato la sanzione amministrativa, mentre pende il giudizio penale per abusivismo edilizio nei confronti di mio figlio proprietario dell’appartamento.
Mi chiedo, ma è possibile che due travi di queste dimensioni possano far venir meno il requisito della amovibilità e temporaneità della struttura? E’ vero le travi di cui stiamo parlando non erano previste dal kit di montaggio, sono opera di una mia iniziativa, per una maggiore stabilità del gazebo a tutela dell’ incolumità propria ed altrui. Infatti, avevo notato che quando il vento era forte il gazebo tendeva a spostarsi.
A tutt’oggi non mi è chiaro come si possa conciliare la amovibilità con la stabilità della struttura, mentre so bene di chi è la responsabilità se il gazebo dovesse ribaltarsi causando danni a cose o persone.
Mi farebbe piacere conoscere le esperienze di altre persone e l’orientamento di Uffici Tecnici di altri Comuni.
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