Ficus Lyrata Ficus pandurata

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Coltivazione e cure del Ficus lyrata, dalle origini alle tecniche di moltiplicazione, dal clima, esposizione e terreno ideale agli utilizzi come pianta da appartamento.

Informazioni sul Ficus lyrata.

Specie sempreverde, originaria delle regioni tropicali dell’Africa, dove cresce a mo di albero, mentre coltivata in vaso, come pianta ornamentale da appartamento, raggiunge mediamente un’altezza prossima 1,50m. E’ caratterizzata da un fusto con portamento eretto che ospita grosse foglie, lunghe 40-60cm per una larghezza di 20-25cm, dal colore verde scuro con una evidente venatura giallastra.

Clima, esposizione e composizione del terriccio.

E' una pianta che teme il freddo, non sopporta temperature che scendono al di sotto dei 10-12°C, in linea con le condizioni climatiche delle regioni di origine. Ecco perché viene coltivata in vaso quasi esclusivamente come piante ornamentale da appartamento, dove in qualche misura si riesce ad assicurarle condizioni quanto più simili a quelle originarie. Preservandola da condizioni climatiche estreme, nelle aree costiere del Sud Italia ed in Sicilia, caratterizzate da un clima temperato caldo, è possibile coltivarla anche in piena terra, dove raggiunge i 5-6m di altezza. Predilige una esposizione bene illuminata, anche con sole diretto per alcune ore durante la giornata. Vive bene in un terreno soffice, leggero, ricco di sostanze organiche e ben drenato. Per le pianta coltivate in vaso risulta indicata una composta fatta per metà da terriccio universale e per la restante metà da sabbia, torba e stallatico maturo in parti eguali. Da primavera inoltrata e per tutta l’estate può essere spostata all’esterno, assicurandole un’ esposizione luminosa, con poche ore di sole diretto nell’arco della giornata, tipo ai piedi di un grosso albero, nella veranda, sotto il gazebo,ecc.

Ficus lyrata riproduzione.

In prevalenza per talea, in misura minore per margotta, entrambe tecniche agamiche che assicurano alle nuove piante gli stessi caratteri generici della pianta madre.

Ficus lyrata riproduzione per talea: iter operativo.

1-Apartire dalla tarda primavera e per tutta l’estate, da un giovane rametto apicale, prelevate una talea di 10-12cm, privatela delle foglie per 2/3 della lunghezza, a partire dal basso.

2- Trattate la parte da interrare con una polvere radicante e piantatela in una composta fatta da torba e sabbia in parti uguali. La talea va interrata per poco più di 1/3 della sua lunghezza. Fino alla completa radicazione mantenete il terreno umido.

3-Trascorsi 30-40 giorni circa, quando la talea avrà messo sufficienti radici, trapiantatela nella dimora definitiva.

Anche se il periodo migliore per la riproduzione per talea è la piena estate, è possibile prelevarla anche durante l’autunno e la primavera. In questo caso, per assicurare alla talea una temperatura prossima ai 16-18°C, richiesta per la radicazione, è necessario realizzare una miniserra, coprendo il contenitore con un telo di plastica trasparente. A giorni alterni il telo va rimosso per evitare fenomeni di condensa e per inumidire il terreno, se necessario. Quando la talea ha sufficientemente radicato viene trapiantata nella dimora definitiva.

Ficus lyrata riproduzione per margotta: iter operativo.

1-Individuate un ramo che per grandezza e portamento è degno di diventare una nuova pianta. A metà della sua lunghezza, rimuovere le foglie per 10-12cm circa e lungo il tratto eseguite un’incisione lunga 5-6cm e profonda 1/3 del diametro del ramo.

2-Inserite nell’incisione un pezzetto di legno per tenerla aperta, trattate la parte con polvere radicante e sistematela in dello sfango adeguatamente umido.

3-Rimuovete il pezzotto de legno dall’incisione e chiudete il tutto con un telo di plastica e legata la sacca alle due estremità con un filo di rafia. Praticate nella sacca dei fori per ossigenare e arieggiare la composta. Servitevi del foro più grande per mantenere lo sfango umido.

4-Quando la parte ospitata dalla sacca avrà sufficientemente radicato, tagliate il ramo a qualche centimetro al di sotto del manicotto e interrate la nuova piantina nella dimora definitiva, in vaso o piena terra.

Pratiche colturali.

Annaffiatura.

Bisogna tarare gli interventi in modo da mantenere il terreno fresco, evitando i pericolosi ristagni idrici, potenziali cause di marciume radicale. La frequenza e l’intensità delle innaffiature dipendono dalla stagione, dalla zona climatica e dalla fase in cui si trova la pianta. Durante l’estate, per le piante tenute in casa, potrebbe essere necessario annaffiare un paio di volte alla settimana, mentre durante l’autunno e la primavera potrebbe bastare un solo intervento alla settimana. Durante l’inverno, a differenza delle piante coltivate all’esterno, per le quali in genere si sospendono le irrigazioni, per le piante tenute in casa, in presenza di termosifoni accesi, molto probabilmente, si creano le condizioni della stagione estiva. Diverso è il caso della pianta che gode di una dimora riparata ma non riscaldata, tipo la veranda o l’atrio del palazzo. Non resta che far capo al buon senso e comportarsi di conseguenza, non perdendo mai di vista che le piante vanno innaffiate quando il terreno risulta completamento asciutto e non residuano tracce del precedente intervento. Altro circostanza da tenere sempre e che le piante sopportano più un breve periodo di siccità che un terreno inzuppato. Nel dubbio, quindi, è sempre opportuno rinviare l’intervento di qualche giorno. Durante l’estate, e durante l’inverno in presenza di riscaldamenti accessi, ogni 15 giorno nebulizzare la chioma sia per idratare la pianta che per rimuovere lo strato di polvere che inevitabilmente si deposita sulle grosse foglie, condizionandone la funzione di fotosintesi clorofilliana.

Potatura.

Durante i primi anni di vita per stimolare l’emissione di getti laterali e realizzare un pianta con un portamento più cespuglioso, sono opportuni interventi di cimatura.

Concimazione.

Per una pianta rigogliosa, mensilmente, durante la stagione vegetativa, da marzo a settembre, diluire nell’acqua destinata all’annaffiatura concime liquido a base di azoto, macroelemento che stimola lo sviluppo della massa fogliare, mantenendo la dose leggermente al di sotto di quella consigliata. Per evitare possibili danni alla massa radicale, è opportuno concimare dopo aver bagnato il terreno con la sola acqua.

Rinvaso.

Operazione da eseguire ogni 2-3 anni ed in ogni caso quando le radici manifestano segni di insofferenza, ostruendo i fori di drenaggio e/o sollevando il terriccio in superficie. Con il rinvaso, se necessario, si provvede a sostituire il vaso diventato insufficiente alla nuove esigenze della pianta, nonché a ridimensionare la massa radicale, cominciando dalle eventuali radici spezzate, interessate da patologie fungine o molto grandi e legnose, per favorire lo sviluppo delle più efficienti radici capillari. Per realizzare un buon drenaggio, bisogna usare l’accortezza di sistemare uno strato di 2-3 cm di ghiaia o argilla espansa sul fondo del vaso. Il momento migliore per il rinvaso coincide con l’arrivo della primavera, quando la pianta si sta preparando per la nuova stagione vegetativa. Dal punto di vista operativo, bisogna rimuovere la pianta dal vecchio vaso, con l’intera zolla che ospita le radici, quindi ridimensionare il pane di terra e le radici, se necessario, e poggiarla nel nuovo vaso. A questo punto, con il nuovo terriccio, bisogna colmare lo spazio tra quanto è rimasto della zolla ed il vaso. Non resta che compattare il terreno alla massa radicale, esercitando una leggere pressione, cui far seguire una regolare innaffiatura.

Malattie e parassiti.

Il Ficus Lyrata, al pari della specie benjamin, è una pianta molto rustica, non facilmente attaccabile da parassiti e malattie, ma in presenza di errate pratiche colturali o condizioni ambientali non ottimali, può diventare preda della cocciniglia, del ragnetto rosso, nonché essere interessato dalla fumaggine, antiestetica malattia da fungo, che attecchisce in presenza dei resti organici della cocciniglia che si depositano sulla pagina inferiore delle foglie, la cosiddetta melata, sostanza zuccherina. Per il Ficus Lirata altra avversità possibile è l’ingiallimento e la caduta delle foglie in presenza di eccesso d’acqua e/o un terreno non sufficientemente drenante.

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