Aquilegia coltivazione

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Aquilegia, pianta ornamentale, dalle origini alle varietà, dalle tecniche di moltiplicazione alle cure colturali, agli utilizzi per ornare balconi, giardini e terrazzi.

    Indice Articolo:
    1. Caratteristiche
    2. Specie
      1. Clima e terreno
    3. Riproduzione
      1. Semina
      2. Divisione dei cespi
    4. Pratiche colturali
      1. Annaffiatura
      2. Concimazione
      3. Pacciamatura
      4. Potatura
      5. Rinvaso
      6. Utilizzi
    5. Malattie e parassiti

Informazioni sull’aquilegia.

L'Aquilegia è un’erbacea perenne, originaria delle regioni temperate dell’Asia, Africa, America e Europa, della famiglia delle Ranuncolaceae Conosciuta con il nome volgare di colombina, viene coltivata come pianta biennale e può raggiungere il metro di altezza.

E’ caratterizzata da una vistosa infiorescenza i cui fiori, variamente colorati, dal rosa al bianco, dal lilla al giallo, dal viola all’azzurro, presentano un calice imbutiforme, formato da 5 petali e 5 sepali, che termina con uno sperone. Le foglie, di un verde chiaro, comprendono 3 lobi particolarmente incisi, tipo le foglie di prezzemolo.

L’aquilegia è una pianta particolarmente tossica; viene comunque utilizzata in omeopatia.

Nel linguaggio dei fiori rappresenta la lussuria e viene utilizzata per creare o interrompere rapporto amorosi.

Le diverse specie spontanee e coltivate.

Del genere aquilegia, una decina di specie crescono spontanee nel nostro paese sulle Alpi e gli Appennini e fanno capo a tre gruppi:

Tra le specie maggiormente coltivate per bordure o creare aiuole e per la produzione del fiore reciso, troviamo:

Clima e caratteristiche del terreno per la coltivazione dell'aquilegia.

l’Aquilegia è una pianta rustica che non teme il freddo. Vive bene con un clima temperato, in una posizione soleggiata o a mezz'ombra.

In linea con l’habitat di origine, aree boscose di bassa e media montagna fino ad oltre i 1500 m di altitudine, il terreno deve essere ricco di sostanze organiche, leggero e ben drenato.

Per gli esemplari in vaso, è opportuno aggiungere terriccio di foglie.

Riproduzione dell'aquilegia.

l’Aquilegia si riproduce per seme e in misura minore per divisione dei cespi.

Semina delle aquilegie in semenzai, in vaso o piena terra.

I periodi migliori per la semina delle aquilegie nei semenzai vanno da inizio aprile-fine maggio, per realizzare piantine da trapiantate con l’arrivo dell’autunno, da inizio settembre-metà ottobre, piantine destinate alla dimora definitiva con l’arrivo della primavera successiva. In presenza di un clima temperato, la semina può avvenire direttamente in piena terra in primavera o alla fine dell’estate (marzo o settembre).

Per la semina nei semenzai, procurate un contenitore, tipo la cassetta della frutta, e riempitelo con una terriccio composto da sabbia e torba in parti eguali; per la semina in vaso, procurate il vaso e riempitelo con una composta fatta per metà da comune terreno da giardino e per la restante metà da torba e sabbia; per la semina in piena terra, con un certo anticipo rispetto al momento della semina, vangate e fertilizzate il terreno con stallatico maturo, in ragione di 2 Kg circa per mq.

Seminate a spaglio i semi dopo averli miscelati con della sabbia, per meglio distribuirli, copriteli con un sottilissimo strato di terreno e procedete con una sottile innaffiatura.

Per la semina in vaso o in piena terra, se è stata eseguita in autunno, proteggete il letto di semina con un agritessuto, uno strato di paglia o fogliame (pacciamatura), da rimuovere con la fine dell’inverno.

Relativamente al semenzaio, fino alla completa germinazione, mantenete il terreno umido utilizzando uno spruzzino per evitare di smuovere i semi.

Dal momento della semina alla completa germinazione, coprite il contenitore con un telo di plastica trasparente e ponetelo in un luogo riparato e senza luce.

Ogni 2-3 giorni rimuovete il telo, fate arieggiare il terriccio, inumiditelo se necessario.

Terminata la germinazione, ridate luce al semenzaio e procedete con l’eventuale sfoltimento delle piantine, ma mano che crescono, al fine di lasciare spazio sufficiente a quelle destinate ad essere trapiantate per diventare piante adulte.

Analogamente, sia in vaso che in piena terra, man mano che le piantine crescono, procedete allo sfoltimento, iniziando da quelle più esili, facendo in modo che alla fine le piantine risultano sufficientemente distanziate, in funzione della varietà.

L’aquilegia si autosemina se terminata la fioritura viene lasciata produrre i frutti (bacche contenente i semi).

Riproduzione per divisione dei cespi.

La riproduzione per divisione dei cespi, pratica agamica da preferire in quanto assicura nuove piante con le stesse caratteristiche genetiche della pianta madre, può essere eseguita a fine inverno-inizio primavera, quando per la pianta sta per iniziare una nuova stagione vegetativa, o alla fine della fioritura (preferibilmente durante il mese di settembre).

Pratiche colturali.

L'aquilegia è una pianta perenne e non necessita di molte attenzioni , tuttavia va annaffiata regolarmente, concimata, potata e soprattutto rinvasata.

Annaffiatura.

L'aquilegia teme i ristagni idrici, predilige un terreno fresco ma asciutto, per cui le annaffiature vanno eseguite con regolarità, senza esagerare nelle quantità. E’ una pianta rustica che sopporta brevi periodi di siccità, per cui bisogna annaffiare solo quando il terreno risulta completamente asciutto e non presenta tracce del precedente intervento.

Concimazione.

l’aquilegia non è una pianta particolarmente esigente dal punto di vista nutrizionale. Potrebbe essere sufficiente la fertilizzazione fatta con concime organico in occasione della preventiva lavorazione del terreno, destinato alla semina o al trapianto delle piantine realizzate nei semenzai. Se i risultati non dovessero essere soddisfacenti per vegetazione e fioritura, durante la stagione vegetativa, ogni 30-45 giorni è possibile diluire nell’acqua un concime liquido a base di azoto e potassio, per stimolare la massa fogliare e la fioritura.

Pacciamatura.

Pur essendo una pianta rustica, in particolare per gli esemplari in vaso, è opportuno proteggere le radici dal freddo e dalle gelate invernali, con uno strato di paglia o agritessuto da sistemare ai piedi delle piante.

Potatura.

Per l’igiene della pianta, per motivi estetici e per stimolare l’emissione di nuovi getti fiorali, bisogna recidere gli steli man mano che i fiori appassiscono. Terminata la fioritura, la massa fogliare fornisce il suo contributo ornamentale fino all’ autunno inoltrato. Per le varietà da bordura, terminata la fioritura, tutti i fusto vanno recisi rasoterra, per rinnovare la vegetazione con l’arrivo della nova stagione vegetativa.

Rinvaso.

l’aquilegia va rinvasata ad anni alterni, durante la stagione primaverile, se la scelta del vaso non è stata fatta tenendo presente le esigenze della pianta adulta.

Utilizzi dell'aquilegia.

L'aquilegia con i suoi bei fiori colorati viene coltivata in vaso per ornare balconi e terrazzi e in piena terra in giardino come bordure di aiole.

Malattie e parassiti.

Le piantine di aquilegia possono essere interessati da malattie da fungo come la ruggine, che si manifesta con macchie scure sul verso inferiore delle foglie, nonché diventare preda di insetti, come gli afidi e le larve dei cosiddetti minatori delle foglie, che scavano piccole galleria nella massa fogliare.

Gli afidi o pidocchi delle piante, piccoli insetti scuri che vivono in colonie, si nutrono della linfa della pianta, attraverso punture che finiscono per diventare veicolo di infezioni.

Le suddette avversità si combattono con fungicida e insetticida, nonché rimuovendo materialmente le parti delle pianta maggiormente colpite o infestate.

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